Arriva la neve…

Arriva la neve e guasta le feste. Tutto cambia: gli impegni, i tragitti, i tempi per percorrerli. Cambiano le idee, e le voglie. Alcuni appuntamenti saltano, e il tuo telefono ti ruba il sonno prima che suoni la sveglia.

Piripì! Piripì! Piripì! (classico suono da essemmesse per l’iPhone)

“non vengo”, “che aria tira lì?”, “mi sa che è meglio se aspetto il pomeriggio” eccetera eccetera

E in una giornata un po’ random, come lo è questa, alcune situazioni sfumano, e altre, invece, nascono. C’è chi resta a uozzappare (leggasi come l’azione di utilizzare WhatsApp) sotto il piumone, e ti regala 160 caratteri di vita. Sì, centosessanta caratteri di vita. Della sua vita…

Ed è lì, proprio lì, che la tua giornata cambia ancora. E inizi a immaginare…

La vedi un po’ triste in volto, che sfreccia via. È veloce, con i suoi sci da speciale. Veloce come il tempo, quando lo si perde a cazzeggiare. Eppure la vedo bene, mi sembra quasi al rallentatore mentre sfreccia giù per la montagna. È lenta come il tempo, quando proprio non vuol passare.

Mi strappa un sorriso quell’immagine, quell’idea. E mi regala un tumulto al cuore. Pensi che oggi la neve porta anche un po’ di tristezza in qualche casa,  o più semplicemente “alimenta la mancanza, e la fa diventare così forte da schiacciare il cuore”. Egoisticamente ti senti fortunato, perché hai intorno gente speciale che ti regala emozioni vive, anche se tristi. Anche se solo in 160 caratteri.

Centosessanta caratteri. Non ne servono di più. Davvero, non ne servono di più.

E allora t’abbandoni a un pensiero banale (più banale a dirsi che a sentirsi, in realtà) e pensi che dopotutto la vita è bello viverla, anche quando ti manca qualcuno, e che è vita proprio in questo, nel suo sentire. Pensi che dopotutto ciò che ti circonda ha un gran bel valore, ed è lì che la tua mente vola ancora…

T’immagini un cucciolo d’uomo che cresce un po’ più in là di casa tua, e che adesso è fuori a giocare con la neve sotto gli occhi attenti della mamma.

Mamma, che bella parola. Solo cinque lettere. Cinque lettere. Non ne servono di più. Davvero.

Scrivo queste sconclusionate e poche righe su di un foglio, fra un’arancia e un thè caldo al limone. Lascio che siano questi pensieri il pezzo forte del mio pranzo, e mi sento ancora un po’ bambino, mentre scopro attraverso la neve, l’immaginazione, e le parole degli altri, che la magia, in fondo in fondo, ancora esiste.

Grazie.

21 Comments

  1. la foto è strepitosa1!!!! Siena è davvero bellissima in così, wow!! Il post,al solito, è toccate e delicato, come la tua sensibilità. Sei super Roberto. Sei super davvero…

  2. Banali a dirsi, meno a sentirsi. Concordo, e ti vedo. Seduto mentre scrivi, pensi e sorridi. Credo che il significato reale di questo post sia più per chi hai citato, che per tutti. Per noi c’è il tuo occhio, e la tua penna, sempre così attenti a raccontare un’emozione pura. Mi piaci sempre di più, perché diventi sempre più vivo. Ogni volta sempre di più. La magia ancora esiste, è vero. Dobbiamo solo imparare a vederla…

    • Ti ringrazio, soprattutto perché credi che io stia diventando sempre più vivo. È una cosa importante riuscire ad aprirmi, per me. Grazie perché ci sei, perché leggi, commenti e condividi 🙂

      P.S: ma inserire i link dei vostri blog vi fa schifo? Secondo me è il layout di questo sito, non vorrei fosse poco userfriendly -.-

  3. Ed ecco come in una giornata piena di malinconia torno a casa, vedo in bacheca che hai aggiornato il tuo blog, leggo e la malinconia prende forma, ed è salata, bagna le mie guance.
    Le tua parole sembrano piume che dolci fluttuano nell’aria fino a toccare il suolo, senza fargli male.

  4. “alimenta la mancanza, e la fa diventare così forte da schiacciare il cuore”

    “E allora t’abbandoni a un pensiero banale (più banale a dirsi che a sentirsi, in realtà) e pensi che dopotutto la vita è bello viverla, anche quando ti manca qualcuno, e che è vita proprio in questo, nel suo sentire”

    questo è stato il mio ieri…e sentirlo dentro le parole di un altro fa uno strano effetto…

    Credo che in fondo questo è un “artista”: qualcuno che sa dire/far sentire/trasmettere/rendere evidente e vivo quello che tante persone provano/pensano/sentono, più o meno consciamente, e che spesso non riescono a focalizzare o a esprimere; quando ti ritrovi a pensare “…toh! è proprio quello che intendevo! è proprio come mi sento anche io..!”,,,,beh! è tanta tanta roba…

    Un abbraccio 🙂

    • Beh, che dire? Non saprei davvero cosa rispondere, sopratutto perché so bene quanto ti costa commentare pubblicamente. Ti dico che sono contento, dico davvero. Contento perché esprimere pubblicamente i proprio pensieri trovo che sia un’ottima terapia, soprattutto per quelli come noi. La tendenza all’interiorizzare, oppure al “salotto” (inteso come intimità, non come lobbie), non trovo sia salutare, sebbene sia molto poetica. Grazie, grazie, grazie. Un abbraccio 🙂

  5. “alimenta la mancanza, e la fa diventare così forte da schiacciare il cuore”

    “E allora t’abbandoni a un pensiero banale (più banale a dirsi che a sentirsi, in realtà) e pensi che dopotutto la vita è bello viverla, anche quando ti manca qualcuno, e che è vita proprio in questo, nel suo sentire”

    questo è stato il mio ieri…e sentirlo dentro le parole di un altro fa uno strano effetto…

    Credo che in fondo questo è un “artista”: qualcuno che riesce a dire/far sentire/trasmettere/rendere evidente e vivo quello che tante persone provano/pensano/sentono, più o meno consciamente, e che spesso non riescono a focalizzare o a esprimere; quando ti ritrovi a pensare “…toh! è proprio quello che intendevo! è proprio come mi sento anche io..!”,,,,beh! è tanta tanta roba…

    Un abbraccio 🙂

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