Ti cerco adesso che sei lontana, mentre riposo nella stessa stanza dove hai lasciato, fra le mie braccia, il tuo corpo senza vita. Come una sirena avvolta dalla spuma del mare t’ho vista galleggiare in bianche lenzuola, e ultra novantenne t’ho tenuta in braccio come si fa con i figli. Ti ho stretta forte forte, come ci si aggrappa alle rocce per non cadere, come si stringono i sogni.

Non ho pianto lacrime quando te ne sei andata, né vomitato parole amare contro il Destino, la Vita o Dio. Ho imparato dalla vita come la vita c’insegni a sopravvivere al dolore e all’amore al tempo stesso, e capito che non c’è separazione alcuna fra queste due correnti del Mondo, perché entrambe sono il mare.

Le mie palpebre chiuse sono la coperta che mi cela all’occhio del Mondo, il passe-partout per una Terra sicura in cui mi posso finalmente aprire al passato, al futuro, alla paura. Mi lego al silenzio, tremo. Rivedo il sudario che c’ha nascosti la notte del tuo trapasso, sento ancora la tua pelle di marmo come unica lapide che mi porto nel cuore. Senza il tuo nome sopra, né date, né fiori, solo il tuo odore e il nostro sonno.

Vorrei svegliarmi e ritrovarti ancora qui e come un uomo dirti, finalmente, chi sono, chi ero, chi ho scelto di essere. Senza la necessità di raccontarti come la tua carne abbia influenzato la mia, senza dirti il buono o il brutto che ho imparato dal vivere così stretti l’un l’altra, né quanto di me ho dovuto attraversare per arrivare dove sono oggi. Incapace come sono di quantificare le distanze, lascio che il mio sorriso sia, adesso, l’unico metro possibile per misurare il cammino dei miei anni.

Sotto i piedi ho chilometri di memorie a strapiombo. Le osservo bene e non ho più vertigini, perché oggi so che posso volare, forse addirittura morire.

Pieno di sentimenti nuovi per rileggere vecchie memorie, di timidi bisbigli mutati in solide consapevolezze, lascio che mi parlino di come il Tempo passi senza necessariamente farci evolvere o curare, perché ho imparato grazie a te che le ferite mai capite, non guariscono. La sensibilità è l’incavo del mio petto, la mia agonia, il tuo retaggio. È quella forza che m’allontana e mi riallaccia al mondo, una frequenza che pochi colgono e che tanti giudicano. Così simili, ma senza più niente in comune adesso. Io il Tempo che passa, tu il Tempo che fu.

Oggi che ho sofferto a sufficienza da poter capire che l’amore è un gesto libero, eterno solo finché non fa paura, torno a frugare fra le mie vecchie carte e né scrivo di nuove. Io stesso sono una memoria da interpretare e raccontare al Mondo. Qualcuno osserva e giudica, altri né ascoltano il suono, né sentono la voce. Come un’onda trovo la forza e m’allungo al cielo, poi torno al mare, torno a quel desiderio elementare d’esprimere ed essere solo quel che sono, un uomo buono. So che alla fine è questo che ti renderebbe fiera di me, e immaginarlo rende me fiero di te.

Guardo ai miei limiti con positività, come fossero il confine dello spazio che ho conquistato e percorso, come fossero i testimoni delle paure che ho vinto grazie al desiderio di vivere una vita semplice, ma piena di sogni.

E in un cammino lungo anni, m’accorgo solo adesso che in vita mia non t’ho mai chiamata per nome, ma sempre e solo così: nonna.

Grazie, Ermellina.

7 Comments

  1. Non voglio mischiare capre e cavoli ma in questo sito c’è tutta l’enorme distanza che ti separa da tutta la folla dei tuoi colleghi. C’è tutto quello che la gente che ti giudica solo per invidia non sa di te, ma che tu hai avuto la forza di mettergli sotto gli occhi. Sei una lezione di vita e sono sicuro che lei sarebbe fiera di te. Grazie, Rob

  2. Guardo i tuoi lavori, leggo quello che scrivi, ascolto quello che dici, poi mi levo il cappello, giro la ruota e vado avanti.

  3. La vita è strana per quanto è bella. da piccolo cresci fra le braccia di chi ti vuole bene e assimili l’amore, da adolescente vorresti rovesciare il mondo ma ti fermi perchè nel cuore hai tanto amore, da adulto ricordi tutto capisci tutto e sempre ti viene da pensare al passato a chi ti ha amato guidato capito e forgiato, e pensi sempre che avresti dovuto fare di più, se possibile, a chi meritava oltre quello che le rendevi in dono, ma la vita è così, le cose e le persone veramente care a te le ami ancora di più, se possibile, di quando le avevi accanto. ma se comprendi tutto questo vuol dire che hai un grande cuore e chi se ne è andato ha lasciato un solco indelebile e se credi,
    un domani lontano ti aspetta, se non credi porta sempre, comunque, nel cuore il grande amore che hai ricevuto e dato. un abbraccio zii.

  4. Le nonne sono , nella vita , una sicurezza , una certezza d’affetto e d’amore . Resteranno sempre con noi. Ti proteggono , ti viziano , ti raccontano! È bello ricordarli, ricordare le loro storielle , io le ricordo tutte e le racconto adesso alle mie nipoti .
    Belle parole Rob !

  5. Sapevo, che oltre ad essere un Grandissimo Fotografo, sei anche una persona molto sensibile. La Nonna, le Nonne, che ci coccolano e ci viziano, una figura fondamentale per la nostra crescita. Ti Stimo Roberto. Condoglianze

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