Lunedì ho pianto. Ero felice. Così s’è concluso il mio ultimo post. Stamani sorrido, invece, e non ho nulla da nascondere.

Sono giorni sereni, questi, e la fierezza con cui posso dirlo mi riempie il cuore di gioia.

Londra mi ha tolto tutto, quest’anno. Londra, anche quest’anno, mi ha dato uno splendido punto da cui ripartire.

Cammino fra le sue strade, ed e’ una catarsi importante e rara quella che m’avvolge. Non e’ una libertà fatta di eccessi, non quest’anno almeno, ma una libertà fatta di possibilità più concrete.

L’aver trovato un punto da cui ripartire è stato importante, e ancor più importante è stato ritrovare me stesso ai blocchi di partenza. Londra mi restituisce il tempo che ho perso dietro a chi valeva poco meno di un attimo. Londra mi restituisce il tempo che ho perso dietro a me stesso, quando valevo meno di un attimo. Mi raccolgo in mille pezzi, mi osservo nei suoi riflessi mentre consumo le sue strade, e mi sento come una stanza vuota tutta da riempire.

Odori. Immagini. Suoni. Persone che vorrei con me. Emozioni. Colori. Parole dette. Ascoltate. Fraintese. Pensieri. Promesse. E sogni. Tutto lì, dentro la scatola.

Sono così ansioso di tornare, e ho così tanta voglia di restare, che tutto, in qualche modo, si bilancia. Mi guardo intorno e per ogni dove vedo persone che rincorrono se stesse dietro a mille strade o vicoli bui. Io, almeno stavolta, mi ritrovo in un’idea di me che non ha alcun bisogno di essere rincorsa, un’idea che ha una pace e una forza dentro così nette da farmi quasi spavento. Torneranno gli eccessi, certo, torneranno le vertigini, gli errori e le cadute, ma questo non significa che l’oggi non sia questo, o che non sia reale.

In Italia, fra le strade poco caotiche della mia città, ho riscoperto che

ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale.

14 Comments

  1. Vola ragazzo, vola!

    Stamani sorrido, invece, e non ho nulla da nascondere.

    Madò quant’è vero… non ci si pensa mai, ma dietro a un sorriso c’è chi ci nasconde di tutto. Grande Rob, mi hai dato un bello stimolo per questa giornata. 🙂

  2. Credo che il potersi sentire come una stanza vuota tutta da riempire sia un grande regalo, soprattutto perché l’hai ottenuto con un biglietto low cost della Ryanair 😛

  3. faccio la voce fuori dal coro. io ci sento un pò d’angoscia. sicuramente sbaglio. o forse l’angoscia la vedo nella foto, che mi piace molto, ma che trovo inquietante. saranno i colori, che non ci sono. sarà il cielo ‘sparato’, sarà il piccione. sarà il punto di vista, da sotto, che mi schiaccia. molto molto bella. e poi le stanze vuote, troppo vuote, mi fanno mancare l’aria. che strano. in teoria dovrebbe essercene di più 😉
    kiss

    • L’angoscia la vedo molto legata alla foto, ma anche dalla tua paura delle stanze vuote direi.

      Riempire qualcosa per me è confortante, nonché stimolante, esattamente come la sensazione di essersi svuotato e riempirsi nuovamente con ciò che più ci piace o fa al caso nostro. È anche un buon modo per rigenerarsi togliendo la roba vecchia che non ci rappresenta più, che non vogliamo più intorno. Magari sono abituato perché dal 2002 io viaggio al ritmo di un trasloco ogni due anni 😛

      • la mia natura contraddittoria se ne esce sempre fuori. adoro i cambiamenti e necessito spesso di nuovi stimoli per non ‘annoiarmi’ (o per sopravvivere). cosa meglio di una stanza vuota da riempire? da sola? tutto da capo? omamma! O.O manca l’aria. necessito di basi e quotidianità.
        ahuahuahuahauhauhau non ha senso!
        è come rifare ogni anno l’albero di natale. lo rifaccio da zero. sempre identico. con gli addobbi nello stesso posto. una volta finito mi dico ‘no, ma l’anno prossimo lo cambio tutto! da 10 anni ormai -.-
        com’è che sono finita a parlare di me commentando un tuo post?
        contraddittoria ed egocentrica pure…bela roba

        • muahahahah è la prima volta che sento qualcuno dire che per sconfiggere la noia e cercare nuovi stimoli fa ciclicamente le stesse cose 😛

          Comunque comprendo bene il fattore noia, fidati, anche se nel mio caso più che noia credo si parli di una sensazione di “completezza”, nel senso che le cose in qualche modo poi si esauriscono nella mia testa, o smettono di darmi quel qualcosa che mi porta a considerarle interessanti.

          Chissà come farai l’albero quest’anno? Dieci anni chiudono un ciclo, in qualche modo, e l’undici è un ottimo numero per iniziare qualcosa di diverso 😉

  4. Il pensiero immediato dopo aver letto: bentornato “a casa”, sicuramente ti stavano aspettando 🙂

    …la sconcertante forza e le sorprendenti illuminazioni della/nella “normalità”…

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