Un uomo fuma all’angolo della strada dopo che la pioggia ha smesso di lasciarsi cadere. La luce volge all’arancio e i primi canti celebrano la fine del lavoro nei campi. Gli uomini bevono, le donne rincasano. Tutto è senza fretta.
Imparo dal tempo come il tempo rallenti e mi perdo in pensieri che sanno di terra, d’acqua e di vento. Respiro. A tratti scrivo. Cerco col naso l’odore del riso che già dorme nei campi e mi ricordo che è sulla strada per Xiao qi kong che ho visto per la prima volta cuccioli di cane in gabbia pronti per il macello. Col cuore stropicciato dal ricordo comprendo come ogni mondo abbia le sue regole, la sua violenza…
Intanto le anatre han già smesso da tempo di giocare nelle risaie. L’ora non è tarda, ma lentamente i canti degli ubriachi si spengono e gli uomini iniziano a muoversi come pendoli verso i loro letti. Il canto ipnotico dei rospi è l’unica voce nelle risaie di Xijiang.
Tutto sembra un dipinto dai tratti scuri. Ho una tazza di thè caldo fra le mani, l’iride macchiata dai lampi di Luna riflessa nell’acqua. Aspetto, e come un bimbo spero che ancora non sia l’ora di dormire.
Che bellezza Rob! Ogni volta un viaggio, grazie 🙂
Sei un poeta visionario, un’artista dal tatto delicato. Sentirsi sfiorare dalla tua visione del mondo è come dormire nella seta. Grazie <3